giovedì 24 giugno 2010

LETTERE dalla LOGGIA VIII

Cari amici,

mai come in questo periodo, devo ammettere, l’impegno politico-amministrativo in Loggia è stato particolarmente assorbente.

In questi mesi, infatti, numerosi e importanti provvedimenti hanno costellato l’operato del Consiglio comunale e delle sue commissioni.


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Innanzitutto i bilanci: non solo quello consuntivo e relativo all’anno passato
(2009), che abbiamo discusso e votato il 14 maggio, ma anche quello preventivo per il corrente anno (2010), che abbiamo discusso e votato il 7 giugno (in allegato il mio intervento in Consiglio).

Già questo primo elemento è sintomatico di una particolare anomalia: un bilancio di previsione dovrebbe generalmente approvarsi prima che inizi l’anno solare a cui si riferisce! Invece, mai come quest’anno, si è giunti così tardi all’approvazione di tale importante provvedimento.

Certo, parte del ritardo è stata dovuta alla lunga attesa dell’emendamento c.d. salva Brescia, con cui il Parlamento ha permesso al Comune di rientrare nel Patto di stabilità; e comunque la legge e la normativa ministeriale hanno reso legittimo questo ritardo. Ma è pur vero che questo ritardo (il più lungo nella storia dell’Amministrazione comunale) ha determinato alcune significative conseguenze sul buon funzionamento della macchina comunale. Infatti, in assenza di un bilancio approvato, gli uffici comunali possono impegnare solo una quota ridotta di risorse (1/12 della spesa corrente e niente spesa in conto capitale): il che significa un generale rallentamento della realizzazione degli obiettivi politici-programmatici indicati dal Consiglio e, in generale, un ritardo nel compimento di promesse che si sono fatte alla Città.

Anche nel 2009 il Bilancio preventivo è stato approvato ad anno già iniziato e questo ritardo iniziale ha comportato un dato molto emblematico: l’anno scorso, infatti, della spesa stanziata per investimenti, solo il 3% è stato capitalizzato! La media degli anni passati oscillava tra il 15 e il 20 %: un dato che, pur basso, era di gran lunga superiore a quello registrato l’anno scorso.

Quest’anno, per via dell’approvazione al 7 giugno, si rischia di fare ancor peggio.

Il dato del 3 % è ancor più paradossale se si tiene presente l’enfasi con cui l’Amministrazione comunale ha presentato alla Città e alla stampa i suoi progetti, tale da far pensare a una pronta realizzazione degli stessi.

Per due volte (Natale 2008 e Natale 2009) il Sindaco Paroli ha dichiarato che l’anno successivo sarebbe stato l’Anno dello Sport: ma, ad oggi, nessun documento amministrativo inerente l’ormai famosa Cittadella dello Sport è stato presentato al Consiglio o alle sue Commissioni!

Questo stile di annunci, cui non segue un serio iter amministrativo e di bilancio, è ormai una costante cui ci sta abituando la Giunta attuale (l’ultima in ordine di tempo è la vicenda del Parcheggio di 720 posti sotto la Galleria, annunciato più volte, ma mai finanziato!).

Il Bilancio Preventivo ha messo a fuoco numerose fratture interne alla maggioranza, pronta a ricompattarsi solo per respingere in toto tutti gli emendamenti (costruttivi) presentati dal Partito Democratico e sottoscritti dal resto delle forze di opposizione.

I leghisti, da un lato, hanno denunciato che non era sufficiente una sola riunione dei capigruppo di maggioranza per impostare seriamente e per condividere le scelte di bilancio; il consigliere Acri (PdL), che ha osato presentare quattro emendamenti (poi ritirati), ha dichiarato candidamente che nel suo Gruppo consiliare non si è mai discusso del Bilancio 2010; il consigliere Agnellini (Gruppo Misto della maggioranza) ha smontato l’affermazione dell’assessore Di Mezza, che aveva definito il Bilancio 2010 di ‘rigore e sviluppo’, negando la presenza di elementi di sviluppo e precisando che sviluppo non significa il salvataggio di imprese decotte (come OMB).

Fatto assai sgradevole, nell’ambito della discussione sul Bilancio preventivo, è stata la pressoché sistematica assenza del Sindaco Paroli, il quale rientrato in Aula alle 19 – dopo un’intera giornata di discussione (che si sarebbe poi chiusa a notte fonda) – pretendeva di prendere la parola al posto dell’assessore Di Mezza per replicare a interventi che non aveva mai ascoltato.

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I cantieri della Metropolitana leggera proseguono in maniera ormai molto evidente in tutta la Città, al punto che l’attenzione si sta pian piano spostando dalle opere civili di Astaldi (la talpa, le stazioni…) a quelle di Ansaldo (l’armamento ferroviario e i convogli) e alle opere complementari. Ad oggi risulta confermata la data del 1° gennaio 2013 per l’entrata in funzione del metrobus, anche se numerosi rimangono i temi aperti e problematici.

A difficoltà di carattere economico, se ne aggiungono altre legate alla tempistica, fino a considerazioni di metodo.

Da due anni manca infatti al Consiglio comunale un momento di approfondimento specifico ed esauriente sullo stato di avanzamento dei lavori e sull’equilibrio economico-finanziario dell’opera nel suo insieme. Gli specifici momenti che nello scorso mandato si realizzavano al riguardo sono infatti stati inspiegabilmente cancellati dalla nuova maggioranza, nonostante le sollecitazioni in tal senso dell’opposizione. La quale, nel frattempo, su mia iniziativa, ha disposto l’autoconvocazione delle Commissioni Lavori Pubblici e Aziende Partecipate per avere un’audizione dei tecnici di Brescia Mobilità sul punto. Tale Commissione, inizialmente prevista per la settimana scorsa, è inspiegabilmente saltata all’ultimo minuto (creando un caso diplomatico tra i vertici di Brescia Mobilità e l’Amministrazione comunale), ma sarà recuperata questo venerdì.

L’assenza di momenti di trasparenza sul tema metrobus ha nel frattempo dato il là a vere e proprie leggende metropolitane.

Nella scorsa Lettera avevo ricordato la mozione del centro-destra che bocciava l’ipotesi stadio a Mompiano perché la metropolitana avrebbe potuto trasportare solo 700 passeggeri/ora (quando invece dai documenti ufficiali risultano ben 8500 passeggeri/ora per senso di marcia).

Recentemente è nata una nuova leggenda: secondo la quale il biglietto del metrò costerà un euro e novanta centesimi, quando i documenti ufficiali han sempre previsto una cifra più bassa (un euro e settanta centesimi)!

In più, manca chiarezza su un finanziamento statale aggiuntivo di circa 80 milioni di euro, che viene annunciato da più di un anno e mezzo (prima il sottosegretario Saglia, poi il ministro Matteoli, infine Sindaco e Presidente di Brescia Mobilità), ma che al momento non risulta ancora ufficialmente approvato.

A ciò si aggiunga che la Giunta si sarebbe accorta solo da poche settimane che, entro l’estate dell’anno prossimo, il Comune dovrà versare 41 milioni di euro a Brescia Mobilità, come ultima rata per il pagamento del metrobus (il resto è già coperto da finanziamenti statali e regionali, da mutui contratti, da passati trasferimenti comunali e da una dotazione iniziale dell’allora Divisione Trasporti di ASM).

Sempre sul piano economico, gli uffici comunali stanno progettando opere complementari (parcheggi in corrispondenza delle fermate; interscambio coi mezzi pubblici di superficie; altri interventi di arredo urbano) che richiedono un esborso di circa 80 milioni di euro, al momento coperti solo in piccola parte.

E già l’assessore Labolani, dopo aver presentato alla stampa (prima che al Consiglio) il contenuto di questi progetti, dichiara che si dovrà provvedere a una loro realizzazione per gradi e che dunque gli studi compiuti fino ad ora andranno revisionati a questo scopo. Ad oggi, peraltro, gli unici progetti approvati in via ufficiale riguardano la riqualificazione di via Triumplina e di via dello Stadio; gli altri sono a uno stadio ancora preliminare!

Questi ‘extracosti’, dei quali la Giunta Paroli tenta di scaricare la responsabilità ai predecessori, si evidenziano in un momento nel quale – pur a fronte di difficoltà complessive di carattere economico – l’Amministrazione è impegnata nell’abbattimento della Torre Tintoretto (che costerà 17 milioni di euro alle casse comunali), nella realizzazione della nuova sede comunale ai Magazzini Generali (per un valore di 49 milioni di euro), nella ricapitalizzazione di Brescia Mobilità per il salvataggio di una impresa decotta quale OMB (che è costato 16 milioni di euro) e nel progetto di un parcheggio sotto la Galleria, nonostante la vicinanza di Fossa Bagni che pure risulta sottoutilizzato, per un ammontare di 22 milioni di euro (ancora da reperire).

Non è dunque vero che le risorse scarseggino per il Comune: si tratta di una differente visione sulla scelta della loro destinazione, non altro!

Intanto, attendiamo la Commissione di venerdì per avere un po’ più di chiarezza sul punto.

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Il tema sportivo è stato al centro del dibattito consiliare non solo per la discussione sullo Stadio (che presto ritornerà in Commissione Lavori Pubblici per avere un quadro dei costi di messa a norma del Rigamonti in vista della Serie A), ma anche per la gestione degli impianti affidati alla S.p.a. comunale Centro San Filippo.

In particolare, da quasi un anno è scaduto il contratto di gestione della Piscina comunale di Lamarmora e il San Filippo si trova alle prese con la necessità di un nuovo bando per i prossimi anni, che – nelle intenzioni dell’assessore allo Sport, Bianchini – dovrebbe garantire la copertura del servizio a partire dal prossimo settembre.

Tuttavia, se la necessità è reale, le modalità con le quali si vuole soddisfarla sono molto opinabili e seriamente poco trasparenti.

Negli ultimi tre anni la piscina di Lamarmora è stata gestita da una società veronese, che incassava un corrispettivo annuo dal San Filippo per la sola gestione. Ora l’amministrazione comunale intende fare in modo che il nuovo gestore curi anche la manutenzione straordinaria dell’impianto (andando a fare investimenti su di esso): ebbene, a fronte di maggiori oneri in capo al gestore, l’assessore allo Sport immagina che questo possa avvenire a costo zero per le casse del San Filippo (anzi annullando il corrispettivo che fino ad ora veniva erogato al gestore) grazie a un allungamento degli anni di gestione della piscina stessa (da tre a ventotto!)

Questo proposito, che è stato chiaramente dichiarato dall’assessore, appare assai irrealistico e soprattutto non supportato da alcuna adeguata documentazione che dimostri come possa essere realizzabile. Questo fatto, peraltro, nasce del tutto all’oscuro del San Filippo, che invece aveva avanzato proposte di gestione più realistiche.

Di qui diversi mal di pancia in seno alla maggioranza e il voto contrario del Partito Democratico, che pure è riuscito a rallentare l’iter della delibera consiliare, che era stata portata in Aula in tutta fretta e senza il minimo approfondimento.

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I rapporti numerici tra i consiglieri di maggioranza e di opposizione relegano quest’ultima a un’azione perlopiù di testimonianza e di denuncia politica e la costringono a una buona dose di pazienza per le proposte avanzate, che molto spesso non ottengono il successo sperato (e magari anche meritato).

Tuttavia, ogni tanto, qualche imprevisto politico regala soddisfazioni insperate e ribalta i pronostici.

E’ quanto è successo nel Consiglio del 21 giugno a proposito della mozione che come PD, su impulso del collega Muchetti, abbiamo presentato contro la privatizzazione dell’acqua.

Una mozione che – sull’onda del movimento referendario che sta raccogliendo firme per l’abrogazione di alcune norme di legge (alcune obiettivamente censurabili, altre più opinabili) che regolano il servizio idrico –
1) andava ad affermare il valore pubblico e fondamentale dell’acqua,
2) ne chiedeva il recepimento nello Statuto comunale,
3) impegnava l’Amministrazione comunale e A2A a una politica di promozione del risparmio e della sobrietà a partire dai consumi idrici,
4) sollecitava l’ATO (l’ente deputato alla definizione delle tariffe del servizio idrico) a una rimodulazione delle tariffe, distinguendo il sostentamento minimo vitale dagli utilizzi ‘superflui’, e stanziando un fondo per il sostegno all’attività di cooperazione internazionale nel settore idrico,
5) sollecitava la Regione Lombardia ad attivarsi presso il Governo nazionale al fine di modificare la normativa statale che contrasta e peggiora quella regionale.

Si trattava di una mozione equilibrata e al tempo stesso coraggiosa, su un tema di grande importanza sociale a livello sia locale sia, soprattutto, globale, e che trovava (per una volta) orecchie attente nei consiglieri leghisti, i quali – dietro alcune limitate modifiche al testo (che allego nella versione definitiva) – si dichiaravano favorevoli.

Il PdL, che inizialmente col consigliere Salvo si era sbilanciato quasi a favore della mozione, ripiegava su un atteggiamento di chiusura dopo l’intervento del Sindaco e, non ottenendo il rinvio della mozione in Commissione, abbandonava l’aula nel tentativo di far mancare il numero legale alla votazione.

Ma la presenza compatta dell’opposizione, unita a quella della Lega e del consigliere Agnellini, raggiungeva la fatidica cifra 21 (numero legale minimo), permettendo la validità della votazione e l’approvazione della mozione.

Un bel risultato, insomma, su un tema fortemente evocativo.

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Il prossimo Consiglio si terrà il 12 luglio.

Nel frattempo un saluto e un augurio per le prossime vacanze estive.

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