martedì 20 marzo 2012

LETTERE dalla LOGGIA - XII

Cari amici,

erano alcuni mesi che le Lettere dalla Loggia non venivano più spedite: di questo me ne scuso, ma i preparativi nuziali (peraltro ancora non finiti) mi hanno assorbito notevolmente.

In questi mesi, numerosi appuntamenti di rilievo sul piano politico-amministrativo hanno interessato i lavori del Consiglio comunale di Brescia.
Per una rapida disamina, mi permetto di rinviare a una mia recentissima intervista, ospitata su un nuovo mensile ("Panorama Bresciano").

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Ultimo in ordine di tempo, ma sicuramente primo per importanza, il Piano di Governo del Territorio.
Il PGT, adottato nel mese di settembre e sul quale avevo già avuto modo di esprimere valutazioni nell'ultima Lettera, è stato definitivamente approvato nella giornata di ieri.
Dopo l'adozione, infatti, il Piano era stato inviato agli enti competenti (Regione, Provincia, ASL e Arpa) per l'espressione del parere di competenza e, parallelamente, si era aperto il tempo per le 'osservazioni' da parte dei cittadini (singoli o associati).
Le osservazioni dei cittadini, una volta pervenute al Comune, sono poi state 'controdedotte' dalla Commissione Urbanistica, nel senso di un loro accoglimento o rigetto, parziale o totale.
Una miriade di osservazioni è stata presentata dalle Associazioni dei Commercianti, le quali hanno apertamente criticato la previsione di Piano di insediare cinque nuovi centri commerciali in città (nelle aree ex industriali dell'Idra, della Pietra e di Lonati, nonché presso gli ex Magazzini Generali e in un'area agricola limitrofa all'ex Macello comunale).
Ma molte osservazioni si sono levate anche dalle associazioni ambientalistiche e da tante realtà di quartiere, che hanno stigmatizzato l'eccessivo consumo di suolo previsto e che nel complesso intaccherà circa il 10 % della superficie agricola utile della città.
I pareri resi dagli enti non sono stati, d'altro canto, per nulla teneri nei confronti del PGT adottato, criticando anzi il forte impatto ambientale della pianificazione comunale, la previsione di nuovi insediamenti in aree insalubri o vicine a impianti industriali, l'assenza di concertazione con i comuni limitrofi, la debolezza dell'impianto geologico del Piano.
Il PGT approvato ieri dal Consiglio ha sicuramente accolto numerose modifiche che erano state sollecitate anche dai nostri emendamenti in fase di adozione (dallo stralcio dei diritti edificatori nell'area dell'Ideal Standard in via Milano, alla Piccola Velocità, all'ex Innse di via Reverberi, alla salvaguardia di alcune aree, agricole o comunque verdi, in zona Torricella-sant'Anna o al confine col comune di Flero, all'eliminazione della previsione di realizzare grande distribuzione commerciale presso la Pietra o il Macello), ma resta nel complesso fortemente impattante sulla città.
Ricalca, nonostante la crisi del mercato immobiliare e la più matura consapevolezza dell'importanza della salvaguardia ambientale, gli schemi del vecchio Piano Regolatore.
La maggioranza e il Sindaco si sono affannati a dire che, in confronto al PRG del 2004, le previsioni insediative del nuovo PGT sono di poco superiori, ma è proprio il fatto che si stia parlando del medesimo ordine di grandezza a dover preoccupare. Un bene finito e prezioso come quello delle aree verdi e agricole non può essere progressivamente intaccato!
Il PGT approvato conferma, con la scusa di permettere l'ampliamento del carcere di Verziano, una grande speculazione in un'area agricola ancor'oggi abbastanza omogenea (a sud del villaggio Sereno); mantiene la previsione di tre nuovi centri commerciali; rinvia (con ciò costituendo un clamoroso flop delle promesse elettorali della Giunta Paroli) a successiva pianificazione tutta l'area del Parco dello Sport (che nel PGT vien solo tratteggiata); conferma lo spostamento dall'asse del metrobus di importanti funzione pubbliche (a partire dalla Sede Unica degli uffici comunali, fino all'Istituto Zooprofilattico).
D'altro canto, le opere pubbliche ipotizzate, per quanto condivisibili e auspicabili, non sono minimamente sorrette da adeguate risorse e rendono il Piano dei Servizi del PGT un vero e proprio "libro dei sogni", come efficacemente è stato detto nel corso del dibattito in Consiglio.
Il PGT, inoltre, esclude dalle proprie previsioni (con ciò confermando il giudizio negativo in tema da parte della Giunta) il polo scientifico dell'Università Cattolica a Mompiano, nell'ala nord dell'ex Seminario Diocesano.
Questa vicenda ha dimostrato plasticamente, se ancora ve ne fosse bisogno, che per la Giunta Paroli esistono due pesi e due misure nel rapportarsi con i due atenei presenti in Città.
Giova infatti ricordare che, nei confronti dell'Università Statale, il Piano pacificamente consente un nuovo insediamento di oltre 40 mila mq sul fronte di viale Europa e che sole poche settimane fa si voleva far votare in Commissione Urbanistica il rilascio alla Fondazione Eulo di un permesso di costruire, relativo al campus presso l'ex caserma Randaccio, del tutto illegittimo, giacché richiesto da un soggetto non proprietario del bene né avente titolo. Quest'ultima ipotesi è stata sventata solo a seguito dei rilievi formali da me avanzati e che hanno condotto a uno stop dell'iter in attesa dell'autorizzazione del proprietario della caserma (l'Agenzia del Demanio).
L'Università Cattolica, di contro, per un intervento dalle dimensioni certamente minori (18 mila mq) è da più di due anni in attesa di un semplice cambio di destinazione d'uso (da servizi religiosi a servizi universitari), in un'area ove non vi sarebbero incrementi di volumetrie e che, se oggi è dichiarata da molti esponenti della maggioranza inidonea ad ospitare gli universitari, fino a pochi anni fa ospitava il corso di Scienze Motorie della Statale!
All'osservazione dell'Università, il Comune ha controdedotto respingendo la richiesta di cambio di destinazione d'uso e ipotizzando l'apertura di un tavolo di confronto per dare, nei prossimi tre mesi, una risposta definitiva sul tema. Contro quest'ulteriore rinvio e per l'accoglimento delle richieste dell'Università Cattolica, si è espressa tutta l'opposizione consiliare (tranne Laura Castelletti) e il consigliere Udc Aliprandi.
Il PGT, alla fine, è stato approvato con i voti dell'intera maggioranza (nonostante alcuni malumori nell'area leghista e nel nuovo gruppo consiliare ALI); compatto il no delle forze di opposizione. Resta ora da capire come le tante attese frustrate, in primis del mondo ambientalista e dei commercianti oltre che di alcuni attivissimi comitati di quartiere, troveranno espressione.

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Il bilancio di previsione 2012 è stato approvato, ormai per la quinta volta consecutiva, ad anno già iniziato.
Questo ritardo, che porta con sé conseguenze negative sulla spesa per investimenti, è stato tuttavia determinato da fatti oggettivamente molto particolari. Con la manovra del nuovo Governo, infatti, il Comune ha subito un ulteriore taglio dei propri trasferimenti erariali. Ma, soprattutto, la conclusione della vicenda Edison, che ha comportato per A2A una pesante minusvalenza, ha determinato una netta diminuzione dei dividendi auspicati (dai 60 milioni inizialmente previsti, si è passati a 27; ma, è notizia di questi ultimi giorni, non è da escludersi che per il 2012 non si benefici di alcun dividendo!).
Il bilancio comunale ha visto, di conseguenza, per la prima volta da tanti anni a questa parte, un pesante taglio sulla spesa corrente, principalmente nel campo dei servizi sociali, della cultura di base e dei trasporti pubblici.
Peraltro, solo alcuni artifici contabili (relativi alla quantificazione del fondo di svalutazione crediti) e alcune mosse obiettivamente poco prudenti (come l'applicazione anticipata dell'avanzo di amministrazione dell'esercizio 2011, formalmente ancora non quantificato, o come l'utilizzo del 70% degli oneri di urbanizzazione in spesa corrente) hanno consentito di limitare i tagli di cui sopra a circa 7 milioni di euro.
L'estrema difficoltà in cui versano i conti del Comune è data inoltre dal fatto che, per garantire gli equilibri di bilancio, è stata prevista una poderosa opera di dismissione del patrimonio, mobiliare ed immobiliare, per 71 milioni di euro per il solo 2012.
A parte il fatto che la scelta delle dismissioni da operare è al momento ancora incerta e il relativo dibattito aperto (nemmeno una seduta della Commissione bilancio, convocata su mia richiesta per discutere di questi temi la settimana scorsa, ha consentito di far luce sulle intenzioni della Giunta), resta il dato preoccupante di un quadro di bilancio che, dopo le alienazioni effettuate nel 2011 (la partecipazione nella società autostradale Brescia-Padova), si sta progressivamente stabilizzando sulla necessità strutturale di alienazioni di patrimonio pubblico.
Oltre al fatto che, così facendo, nell'arco di pochi anni si sarà dismesso il patrimonio accumulato in decenni di buon governo, non può non sottacersi che alienazioni così forzosamente condotte diminuiscano il valore degli introiti attesi dal Comune.
Certo, è paradossale che si sia costretti a vendere immobili di pregio dopo che per tre anni Brixia Sviluppo (società al 100% comunale, recentemente incorporata in Brescia Infrastrutture) ha compiuto acquisti (per circa 15 milioni di euro) di beni non certo prioritari (ex Oviesse, sede circoscrizione a Sanpolino, terreno sinti a Guidizzolo…)!
In questo contesto, come PD, abbiamo proposto una seria revisione della spesa comunale, basata su alcuni criteri di fondo:
- rivisitazione ab imo della spesa corrente e riduzione delle spese per personale dirigenziale (letteralmente esplose in questi ultimi anni);
- rinvio di interventi di dubbia utilità e di sicuro costo (caserma vigili a san Faustino, parcheggio sotto il Cidneo, abbattimento delle Torri di san Polo, mostra dei Maya);
- alienazione di partecipazioni non strategiche (come la società dei cassonetti OMB).
E, soprattutto, un'opera di profonda rivisitazione dell'organizzazione e delle strategie di A2A, poiché - al netto di tutti gli errori e i limiti legati alla fusione ASM-AEM e posto che A2A deve, prima di tutto, fornire servizi di qualità all'utenza - non è pensabile che d'improvviso una fonte di introito così importante per il bilancio comunale venga meno, anche a causa di pesanti errori strategici, di investimenti errati, di un appesantimento della struttura e dei suoi costi.
Sul punto specifico di A2A, come gruppo PD abbiamo predisposto un'articolata mozione di indirizzo, che, nelle prossime settimane, approssimandosi il cambio al vertice della società, verrà discussa in Commissione e in Consiglio.

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A lungo atteso, il tema del trasporto pubblico locale è stato al centro dei lavori del Consiglio comunale.
Come ricorderete, il contratto di servizio tra il Comune e Brescia Trasporti-Sia per la gestione della rete urbana e dell'hinterland era scaduto nel giugno scorso ed era stato sostanzialmente prorogato fino a fine 2012; idem, per il contratto tra Provincia e Sia-Saia, scaduto a dicembre e prorogato fino al prossimo giugno.
Da tempo, come gruppo PD avevamo sottolineato non più la semplice opportunità, ma ormai la necessità di decidere in ordine agli scenari futuri del trasporto pubblico locale a Brescia, in considerazione dell'imminente avvio della metropolitana leggera e del conseguente ridisegno della rete del trasporto su gomma. Sul punto, negli ultimi mesi ho predisposto due interrogazioni in tema, nonché numerose prese di posizione pubbliche.
Certamente il tema era ed è complesso e alla sua soluzione non giovavano certo né i tagli statali e regionali ai fondi per il trasporto pubblico locale né il continuo rinvio della legge regionale di riordino della materia. Se a ciò si aggiunge il campanilismo che continua a separare, pur se unite sotto il profilo del colore politico, Loggia e Broletto…
La soluzione è stata alla fine ottenuta attraverso il passo indietro della Provincia, che ha accettato di delegare il Comune nel fungere da stazione appaltante per una gara unica del trasporto pubblico in Provincia e ha altresì consentito che nell'oggetto del bando rientrassero anche quei servizi (sosta, semafori, parcheggi in struttura) attualmente gestiti da Brescia Mobilità.
Dopo mesi di discussione, le Giunte comunale e provinciale hanno adottato nel novembre scorso delibere gemelle di indirizzo, rinviando a un successivo passaggio nei rispettivi Consigli lo schema di convenzione.
La convenzione, il cui iter di approvazione è stato relativamente rapido, lascia però sostanzialmente indefinito il volto del futuro servizio di trasporto. Si fissano, infatti, condivisibilmente gli obiettivi di eliminazione delle sovrapposizioni, di integrazione tariffaria e di coordinamento col metrobus (che per i primi sette anni sarà gestito da Ansaldo, Astaldi e Brescia Mobilità), ma in concreto si rimanda ai successivi atti di gara.
In ragione di ciò, abbiamo richiesto (ed ottenuto) che, considerato che toccherà al Comune fungere da stazione appaltante, il relativo capitolato di gara e le specifiche tecniche siano oggetto di approfondimento in Commissione.
Di qui il nostro voto favorevole a una delibera condivisibile nelle finalità, ma ancora tutta da implementare nei suoi contenuti.
Certo, il trattamento riservato dalla Giunta al Consiglio comunale non è stato, nel complesso, particolarmente attento. Mentre in Provincia si sono dedicate al tema ben tre sedute di commissione, nel nostro caso una sola e fugace. Ma, soprattutto, la conferenza stampa con cui i vertici di Loggia e Broletto (Paroli, Rolfi, Molgora e Ghirardelli) annunciavano la firma della relativa convenzione è stata precedente (e non successiva) alla deliberazione sul tema da parte del Consiglio comunale!

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Il prossimo Consiglio comunale si terrà il 29 marzo.

L'occasione è gradita per augurare una serena Pasqua di risurrezione.

Federico
fmanzoni@comune.brescia.it
http://federicomanzoni.blogspot.com
c/o piazza Loggia 3 - 25121 Brescia

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