sabato 6 ottobre 2012

Governo Monti ed elezioni amministrative

Una mia riflessione ospitata nell'ambito delle Lettere al Direttore del Giornale di Brescia.


Egregio Direttore,
                            nella sua ultima intervista domenicale, il Sindaco Paroli ha auspicato che le prossime elezioni amministrative siano abbinate a quelle politiche. In realtà, tale auspicio è ormai superato dalla legge, dal momento che poco più di un anno fa – quando ancora peraltro Paroli era anche deputato alla Camera - l'election day è divenuto norma generale.
          Premesso dunque che nel 2013 i cittadini bresciani voteranno per eleggere contemporaneamente i nuovi Parlamento, Sindaco e Consiglio comunale, penso che le forze politiche locali non possano trascurare l'importanza di una tale coincidenza.
             Certamente, il piano nazionale e quello locale restano distinti: ma come non riconoscere che, al tempo stesso, essi sono strettamente intrecciati l'uno all'altro, specie in un quadro di crisi come l'attuale?
             Nel 2008, nonostante a livello nazionale il PD di Veltroni e l'UdC di Casini avessero compiuto scelte volte a superare il cosiddetto bipolarismo muscolare (rompendo il primo con la Sinistra Arcobaleno e il secondo con l'asse PdL-Lega), a livello locale gli schieramenti per la guida della Loggia mantennero un assetto diverso, con l'UdC a sostegno di Paroli e la Sinistra Arcobaleno a sostegno di Del Bono.
             Sebbene gli istinti di conservazione di tale status quo alberghino diffusamente nelle coalizioni di centro-destra e di centro-sinistra, penso che la novità rappresentata dal Governo Monti e dall'inedita alleanza Pd-Terzo Polo-PdL ponga più di uno spunto di riflessione rispetto al quadro politico bresciano.
             Per quanto non sufficientemente evidenziato, è interessante notare come i principali esponenti del PdL bresciano (Saglia, Di Mezza, Beccalossi, con l'eccezione dell'ex ministro Gelmini) abbiano espresso, talora in modo anche tranchant, un giudizio assai critico sull'esperienza del governo Monti, lamentando anzi il sostegno assicurato all'Esecutivo in carica da parte del proprio partito.
              In tale contesto, anche il Sindaco Paroli, nel non celato tentativo di rinsaldare l'asse con la Lega Nord, ha pubblicamente manifestato ampie e numerose critiche al governo Monti. Come non ricordare, a questo proposito, la polemica per il ritorno alla tesoreria unica (con tanto di – inutile e illegittima – diffida al tesoriere comunale di non ottemperare alla previsione normativa che imponeva di versare la liquidità di cassa presso la Banca d'Italia)? O la giustificazione dell'aumento dell'IMU sugli immobili diversi dalle abitazioni principali come contromisura dei tagli derivanti dalla spending review (nonostante tali tagli ammontino a 3 milioni di euro, mentre il maggior gettito IMU sia pari a ben 27 milioni di euro)? O, ancora, la polemica contro Enrico Bondi in merito all'introduzione dei costi standard nei servizi erogati dagli enti locali, nonostante tale misura sia la conseguenza della legge sul federalismo fiscale (la 42 del 2009) e del relativo decreto attuativo (il 216 del 2010)? Misure queste ultime accompagnate in passato con grande enfasi dalla Lega, nella convinzione che, così facendo, il Nord virtuoso si sarebbe distinto dal Sud sprecone!
            La critica al governo Monti che il Sindaco e la sua Giunta hanno assunto è peraltro arrivata fino al punto di negare gli evidenti benefici che talune misure nazionali, assunte in quest'ultimo scorcio di legislatura, hanno prodotto sul bilancio comunale.
            Se infatti il 2012 si chiuderà per il Comune di Brescia nel rispetto del Patto di Stabilità e scongiurando la vendita di un corposo stock di patrimonio (mobiliare e immobiliare) pubblico, questo sarà possibile grazie a tre importanti misure assunte dal Governo Monti. Mi riferisco al decreto interministeriale del giugno di quest'anno, con cui il bilancio 2009 del Comune di Brescia è stato riconosciuto virtuoso, al punto da azzerare il saldo obiettivo del patto di stabilità 2012 (così permettendo alla Loggia di spendere circa venti milioni di euro in più). E mi riferisco inoltre all'ultimo decreto sviluppo, che ha sbloccato sia il credito d'imposta per i dividendi delle ex municipalizzate sia vecchi debiti dello Stato, permettendo così al Comune di incassare, per il solo 2012, ben 46 milioni di euro in più rispetto a quanto previsto.
            Se a ciò si aggiunga che, a marzo di quest'anno, il CIPE ha destinato per la metropolitana leggera un finanziamento ulteriore di 71,6 milioni di euro, non si può non riconoscere che – nonostante le critiche dei detrattori – l'azione del Governo Monti abbia significativamente giovato al nostro Comune. E che anzi Brescia abbia tratto maggiore giovamento in meno di un anno del nuovo Esecutivo, anziché nei tre anni e mezzo del precedente.
           Le prossime elezioni amministrative non potranno dunque prescindere da tale contesto.
          Sarebbe anzi il caso – questo è il mio auspicio – che le forze locali che più convintamente si riconoscono nell'esperienza del governo in carica – PD, ApI, FLI, UdC – prendano seriamente atto dell'atteggiamento antimontiano che, in via maggioritaria, alberga nel PdL nostrano, e si sforzino con generosità di aprire anche a Brescia una nuova fase politica. Che affronti con competenza e obiettività le difficoltà strutturali del bilancio comunale, che ponga coesione sociale e sostenibilità ambientale al vertice delle priorità amministrative, che si apra a una visione sempre più metropolitana delle sfide in tema di mobilità, di servizi pubblici, di offerta culturale.
          Su queste basi, son convinto, si potrà ragionevolmente costruire una proposta seria e vincente.
Federico Manzoni
                                                            consigliere comunale PD