Cari amici,
le prossime elezioni
regionali e politiche stanno giustamente assorbendo notevole
visibilità e attenzione anche sul piano locale. Tuttavia, l'attività
politico-amministrativa a livello comunale non accenna a diminuire;
anzi, complice l'imminente conclusione di questo mandato, vede alcune
accelerazioni su questioni di grande rilevanza.
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E' quanto ad esempio sta
accadendo con riferimento alle vicende relative all'acciaieria Ori
Martin e al comparto degli ex Magazzini Generali.
Nel primo caso la Giunta
ha proposto all'attenzione del Consiglio comunale un atto di
indirizzo per lo sviluppo e la riqualificazione delle aree
dell'Azienda. La discussione sul tema è al momento ancora in fase
istruttoria presso la Commissione Urbanistica, ma da subito emergono
alcune aporie.
Innanzitutto, sebbene il
PGT sia da poco entrato in vigore, già si intende procedere con una
sua modifica che, prescindendo dalla previsioni viabilistiche
in esso contenute (collegamento diretto Tangenziale Ovest –
Azienda), intende interessare sensibilmente una diversa zona (quella
di via Razziche) e, più in generale, recepire le istanze
dell'Azienda, scartate pochi mesi fa in sede di valutazione delle
osservazioni al Piano.
Inoltre, la proposta di
atto di indirizzo supererebbe in un sol colpo non soltanto
un'articolata petizione dei residenti del quartiere san Bartolomeo
(depositata in Comune ancora a giugno e rimasta senza risposta da
parte del Consiglio comunale, nonostante i tempi dettati dal
regolamento sugli istituti di partecipazione), ma anche la recente
costituzione dell'Osservatorio Ori Martin, deliberata dal Consiglio
comunale nell'ultima seduta del 2012.
A questo proposito,
infatti, su impulso dei gruppi del PD e della Lega, a dicembre è
stata votata la proposta, non sgradita all'Azienda, di istituire un
Osservatorio che, sul modello di quello dell'Alfa Acciai,
funga da luogo di mediazione e composizione dei diversi interessi
contrapposti che la presenza di un così importante insediamento
industriale determina. L'Osservatorio, al momento ancora non
operativo, sarà composto da rappresentanti dei datori e dei
lavoratori dell'Azienda, nonché del Comune e delle realtà
ambientaliste.
E' però evidente che, se
l'atto di indirizzo dovesse essere deliberato dal Consiglio prima che
l'Osservatorio possa offrire un qualsivoglia contributo al riguardo,
verrebbe meno una delle ragioni fondanti l'istituzione
dell'Osservatorio stesso.
Sul fronte degli ex
Magazzini Generali, la forzatura è ancora più grave.
Dopo aver
rocambolescamente ottenuto l'approvazione definitiva del relativo
Piano attuativo nel luglio 2010, il Comune aveva infatti sottoscritto
una precisa convenzione urbanistica con i lottizzanti nel
successivo mese di dicembre.
Tale convenzione, rimasta
per larghi tratti inattuata (si pensi soltanto che la nuova sede
degli uffici comunali avrebbe dovuto realizzarsi entro la fine
del 2013, per non incorrere in penali a carico dei lottizzanti), è
oggi oggetto di radicali modifiche.
Da un lato il recente PGT
ha apportato una modifica di sostanza, ammettendo che nel comparto
degli ex Magazzini i circa 15 mila mq di superfici commerciali
possano essere concentrati in una superficie di grande distribuzione
(e cioè in un vero e proprio centro commerciale), anziché essere
sparpagliati in strutture medio-piccole. Dall'altro, Comune e
lottizzanti si stanno accordando ridefinendo la tempistica della
vigente convenzione, rinviando la realizzazione della sede
unica (con ciò cancellando le penali che dal 2014 avrebbero
iniziato a maturare), diminuendo i parcheggi a servizio della
sede degli uffici comunali (da 500 a meno di 400), incrementando
di oltre 1300 mq la superficie di direzionale.
Per evitare di far
passare tale provvedimento attraverso le forche caudine del Consiglio
comunale (ove, oltre alla contrarietà dell'opposizione, si
registrano numerosi malumori tra le fila dei consiglieri di Lega e
UdC), la tesi del Sindaco e dell'Assessore Vilardi è che le varianti
sopra elencate non siano sostanziali e dunque che possano essere
semplicemente deliberate dalla Giunta.
Su questo punto, il
Partito Democratico ha promosso apposito quesito all'Avvocatura
Civica, onde confutare la tesi elusiva del Sindaco e garantire il
doveroso passaggio in Consiglio comunale.
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Il 2013 porterà l'avvio
della metropolitana leggera (non a ridosso di san Faustino, come
ancora sovente si sente ripetere, bensì non prima di marzo). Per
chi, come il sottoscritto, è da sempre convinto fautore di
quest'opera, ciò non può che essere un fatto da salutare con
soddisfazione.
Tuttavia, dopo circa nove
anni di lavoro e oltre 900 milioni di euro spesi, la partenza di tale
straordinaria opera avviene in un contesto assolutamente
preoccupante.
Come il PD ha avuto modo
di evidenziare in una recente presa di posizione, che allego, le
opere complementari – in primis, sistemazioni superficiali
nelle aree delle stazioni e parcheggi scambiatori in prossimità dei
capolinea – scontano un grave ritardo e un evidente
sottodimensionamento.
In queste settimane la
Giunta sta procedendo a numerose inaugurazioni delle varie stazioni,
ma in moltissimi casi le aree immediatamente circostanti alle stesse
sono ancora oggetto di cantieri o non fruibili dalla cittadinanza;
inoltre, i fondamentali parcheggi previsti al Prealpino, a
sant'Eufemia e alla Poliambulanza saranno pronti in grande ritardo
(ossia diversi mesi dopo l'inaugurazione dell'opera) e in versioni
del tutto modeste e ridotte rispetto ai progetti iniziali (in
pratica, nessun parcheggio in struttura, ma solo a raso).
In taluni casi (come ad
esempio per la stazione di san Faustino), ad oggi i lavori per le
opere complementari non sono nemmeno stati avviati.
L'altro grande snodo che
avrebbe dovuto accompagnarsi all'entrata in funzione del metrobus è
rappresentato dal ridisegno delle linee autobus.
La gara per la selezione
del nuovo gestore, che ben avrebbe potuto essere pianificata ed
effettuata prima della scadenza del contratto di servizio (giugno
2011), è stata invece colpevolmente ritardata, anche a causa
dell'avvicendamento tra Rolfi e Orto nell'assessorato alla Mobilità.
Il contratto di servizio è stato allora provvisoriamente prorogato
fino al dicembre 2012.
Nel frattempo, tuttavia,
è entrata in vigore una nuova normativa (di cui peraltro si era in
attesa da almeno tre anni), che, spostando la competenza in tema di
trasporto pubblico locale dagli enti locali ad apposite agenzie di
bacino, ha impedito al Comune (e alla Provincia) di procedere a
bandire la procedura di selezione del nuovo gestore.
Tuttavia, a causa
dell'inerzia della Provincia, l'
Agenzia di bacino non è
ancora stata costituita (sebbene l'ex assessore regionale Cattaneo
avesse improvvidamente dichiarato il contrario ancora nell'agosto
scorso: in questo link la mia replica
http://www.ferpress.it/?p=69102).
Si è così ricorsi a una
seconda proroga (resa possibile dalla nuova legge regionale) fino
all'ottobre 2013.
In questo contesto, né
gli enti Comune e Provincia né tantomeno le aziende locali di
trasporto (Brescia Trasporti da un lato e SIA-SAIA-APAM dall'altro),
gelosi delle proprie contribuzioni basate sui km percorsi, non hanno
trovato accordi per il doveroso ridisegno delle linee che la
metropolitana impone.
Di conseguenza, si è al
momento affacciata un'ipotesi minimale, a carico della sola Brescia
Trasporti, che ridurrebbe i km annui percorsi da 9 a 8 milioni, con
la sostanziale eliminazione della linea 1 e con il potenziamento
della linea 2.
Tuttavia, manca
completamente ogni valutazione prospettica e lungimirante, nonché
qualsiasi processo partecipativo nella costruzione di tale nuova –
ancorché provvisoria - rete.
Nel frattempo, Brescia
Mobilità è entrata al 51% nel capitale di Metro Brescia, la
società che gestirà in affidamento diretto per i prossimi 7 anni la
metropolitana. Alla presidenza, in quota Brescia Mobilità, il
Sindaco Paroli ha fatto nominare l'arch. Ettore Fermi, che
della società era già presidente dal giugno scorso, nonostante
all'epoca i soci fossero soltanto Ansaldo e Astaldi. Resta pertanto
da comprendere quali interessi tutelerà il Presidente Fermi: quelli
comunali o quelli dei soci privati?
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L'ennesima dimostrazione
della politica degli annunci fatta propria dalla Giunta in carica la
si è avuta assai recentemente. Sebbene solo il Corriere della Sera
abbia finora dato conto della cosa, Brescia è stata esclusa dal
finanziamento del Ministero dell'Università per il bando sulla
residenzialità universitaria.
Come noto, il Comune di
Brescia si era pubblicamente e ripetutamente esposto a favore del
progetto di trasformazione della ex caserma Randaccio in campus
universitario: per farlo, si erano anche compiute talune dubbie
forzature procedurali e si era esclusa ogni forma di condivisione
circa le modalità per dare corpo a un progetto che, nella sua
finalità, era largamente condivisibile.
Dopo una lunga gestazione
(quasi un anno e mezzo dalla scadenza del bando), è stata pubblicata
la graduatoria, che ammette a cofinanziamento il progetto presentato
dall'Università di Brescia (redatto dalla Fondazione Eulo e
finanziato dal Comune di Brescia, per quasi duecentomila euro), ma
con riserva: perché questo avvenga, occorre che il Ministero
recuperi ulteriori 83 milioni di euro, dato che il progetto di
Brescia (13 milioni di potenziale finanziamento) ha davanti a sé
progetti pure non finanziati per ulteriori 70 milioni.
Ovviamente la Giunta, che
in passato aveva suonato la grancassa su quest'argomento, si è ben
guardata di comunicare la cosa (che è ufficiale dal 28 dicembre
scorso).
In verità, se anche i
fondi ministeriali fossero stati assegnati a Brescia, il progetto del
campus (per il quale meno di un anno fa il sindaco Paroli annunciava
l'avvio dei lavori per l'estate 2012: sic!) non sarebbe stato in
grado di avviarsi celermente.
La ex caserma Randaccio è
tuttora bene di proprietà dell'Agenzia del Demanio e perverrà nella
proprietà del Comune solo allorquando il Comune non avrà
ristrutturato (con risorse proprie) la prospiciente ex caserma
Ottaviani, al fine di trasferirvi gli uffici della Prefettura.
Il Comune avrebbe sì la
possibilità di entrare anticipatamente in possesso della ex caserma
Randaccio, ma per farlo occorre la stipula di un apposito accordo
di programma con Ministero dell'Interno e Agenzia del Demanio:
cosa che, allo stato, ancora non è avvenuta (sebbene l'assessore
Vilardi nel gennaio scorso affermasse che la stipula si sarebbe avuta
nell'autunno 2012).
Sul punto, ho predisposto
un'interrogazione, che verrà discussa nel corso del prossimo
Consiglio comunale.
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Il mandato della Giunta
Paroli si chiude infine con un'omissione che ha del clamoroso
e, al tempo stesso, dell'irresponsabile.
Infatti, per precisa
scelta del Sindaco, il bilancio preventivo 2013 non verrà
redatto né tantomeno approvato prima delle prossime elezioni
amministrative.
Tale scelta è dettata da
un'evidente furbizia. Poiché il bilancio del 2013 avrebbe presentato
difficoltà ben maggiori di quello 2012, non potendo infatti contare
sui benefici concessi da numerose manovre straordinarie del governo
Monti né sui dividendi A2A degli anni 2011 e precedenti, e dovendo
invece subire nuovi tagli ai trasferimenti erariali, la Giunta in
carica ha preferito evitare di assumere scelte impopolari, lasciando
quest'onere alla giunta che verrà, e procedere con l'esercizio
provvisorio (peraltro, spendendo da qui alle elezioni più di quanto
si potrebbe con il nuovo bilancio)!
Da parte mia e di tutto
il gruppo PD, subito si sono levate critiche per questa “fuga
dalla responsabilità”, tra l'altro comunicata a decisione già
assunta.
Occorre peraltro
aggiungere che se, come pare ormai probabile, le prossime elezioni
comunali si terranno non prima di maggio (con conseguente entrata in
carica del nuovo Consiglio e della nuova Giunta a giugno inoltrato),
sarà cosa ben difficile approvare il preventivo 2013 prima della
pausa estiva, rendendo quindi oltremodo più difficili e limitate le
scelte dei nuovi amministratori.
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Il prossimo Consiglio
comunale si terrà venerdì 25 gennaio.
http://federicomanzoni.blogspot.com
c/o
piazza Loggia 3 - 25121 Brescia