domenica 20 gennaio 2013

LETTERE dalla LOGGIA - XVI

Cari amici,

le prossime elezioni regionali e politiche stanno giustamente assorbendo notevole visibilità e attenzione anche sul piano locale. Tuttavia, l'attività politico-amministrativa a livello comunale non accenna a diminuire; anzi, complice l'imminente conclusione di questo mandato, vede alcune accelerazioni su questioni di grande rilevanza.

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E' quanto ad esempio sta accadendo con riferimento alle vicende relative all'acciaieria Ori Martin e al comparto degli ex Magazzini Generali.

Nel primo caso la Giunta ha proposto all'attenzione del Consiglio comunale un atto di indirizzo per lo sviluppo e la riqualificazione delle aree dell'Azienda. La discussione sul tema è al momento ancora in fase istruttoria presso la Commissione Urbanistica, ma da subito emergono alcune aporie.

Innanzitutto, sebbene il PGT sia da poco entrato in vigore, già si intende procedere con una sua modifica che, prescindendo dalla previsioni viabilistiche in esso contenute (collegamento diretto Tangenziale Ovest – Azienda), intende interessare sensibilmente una diversa zona (quella di via Razziche) e, più in generale, recepire le istanze dell'Azienda, scartate pochi mesi fa in sede di valutazione delle osservazioni al Piano.

Inoltre, la proposta di atto di indirizzo supererebbe in un sol colpo non soltanto un'articolata petizione dei residenti del quartiere san Bartolomeo (depositata in Comune ancora a giugno e rimasta senza risposta da parte del Consiglio comunale, nonostante i tempi dettati dal regolamento sugli istituti di partecipazione), ma anche la recente costituzione dell'Osservatorio Ori Martin, deliberata dal Consiglio comunale nell'ultima seduta del 2012.

A questo proposito, infatti, su impulso dei gruppi del PD e della Lega, a dicembre è stata votata la proposta, non sgradita all'Azienda, di istituire un Osservatorio che, sul modello di quello dell'Alfa Acciai, funga da luogo di mediazione e composizione dei diversi interessi contrapposti che la presenza di un così importante insediamento industriale determina. L'Osservatorio, al momento ancora non operativo, sarà composto da rappresentanti dei datori e dei lavoratori dell'Azienda, nonché del Comune e delle realtà ambientaliste.

E' però evidente che, se l'atto di indirizzo dovesse essere deliberato dal Consiglio prima che l'Osservatorio possa offrire un qualsivoglia contributo al riguardo, verrebbe meno una delle ragioni fondanti l'istituzione dell'Osservatorio stesso.


Sul fronte degli ex Magazzini Generali, la forzatura è ancora più grave.

Dopo aver rocambolescamente ottenuto l'approvazione definitiva del relativo Piano attuativo nel luglio 2010, il Comune aveva infatti sottoscritto una precisa convenzione urbanistica con i lottizzanti nel successivo mese di dicembre.

Tale convenzione, rimasta per larghi tratti inattuata (si pensi soltanto che la nuova sede degli uffici comunali avrebbe dovuto realizzarsi entro la fine del 2013, per non incorrere in penali a carico dei lottizzanti), è oggi oggetto di radicali modifiche.

Da un lato il recente PGT ha apportato una modifica di sostanza, ammettendo che nel comparto degli ex Magazzini i circa 15 mila mq di superfici commerciali possano essere concentrati in una superficie di grande distribuzione (e cioè in un vero e proprio centro commerciale), anziché essere sparpagliati in strutture medio-piccole. Dall'altro, Comune e lottizzanti si stanno accordando ridefinendo la tempistica della vigente convenzione, rinviando la realizzazione della sede unica (con ciò cancellando le penali che dal 2014 avrebbero iniziato a maturare), diminuendo i parcheggi a servizio della sede degli uffici comunali (da 500 a meno di 400), incrementando di oltre 1300 mq la superficie di direzionale.

Per evitare di far passare tale provvedimento attraverso le forche caudine del Consiglio comunale (ove, oltre alla contrarietà dell'opposizione, si registrano numerosi malumori tra le fila dei consiglieri di Lega e UdC), la tesi del Sindaco e dell'Assessore Vilardi è che le varianti sopra elencate non siano sostanziali e dunque che possano essere semplicemente deliberate dalla Giunta.

Su questo punto, il Partito Democratico ha promosso apposito quesito all'Avvocatura Civica, onde confutare la tesi elusiva del Sindaco e garantire il doveroso passaggio in Consiglio comunale.

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Il 2013 porterà l'avvio della metropolitana leggera (non a ridosso di san Faustino, come ancora sovente si sente ripetere, bensì non prima di marzo). Per chi, come il sottoscritto, è da sempre convinto fautore di quest'opera, ciò non può che essere un fatto da salutare con soddisfazione.

Tuttavia, dopo circa nove anni di lavoro e oltre 900 milioni di euro spesi, la partenza di tale straordinaria opera avviene in un contesto assolutamente preoccupante.

Come il PD ha avuto modo di evidenziare in una recente presa di posizione, che allego, le opere complementari – in primis, sistemazioni superficiali nelle aree delle stazioni e parcheggi scambiatori in prossimità dei capolinea – scontano un grave ritardo e un evidente sottodimensionamento.

In queste settimane la Giunta sta procedendo a numerose inaugurazioni delle varie stazioni, ma in moltissimi casi le aree immediatamente circostanti alle stesse sono ancora oggetto di cantieri o non fruibili dalla cittadinanza; inoltre, i fondamentali parcheggi previsti al Prealpino, a sant'Eufemia e alla Poliambulanza saranno pronti in grande ritardo (ossia diversi mesi dopo l'inaugurazione dell'opera) e in versioni del tutto modeste e ridotte rispetto ai progetti iniziali (in pratica, nessun parcheggio in struttura, ma solo a raso).

In taluni casi (come ad esempio per la stazione di san Faustino), ad oggi i lavori per le opere complementari non sono nemmeno stati avviati.

L'altro grande snodo che avrebbe dovuto accompagnarsi all'entrata in funzione del metrobus è rappresentato dal ridisegno delle linee autobus.

La gara per la selezione del nuovo gestore, che ben avrebbe potuto essere pianificata ed effettuata prima della scadenza del contratto di servizio (giugno 2011), è stata invece colpevolmente ritardata, anche a causa dell'avvicendamento tra Rolfi e Orto nell'assessorato alla Mobilità. Il contratto di servizio è stato allora provvisoriamente prorogato fino al dicembre 2012.

Nel frattempo, tuttavia, è entrata in vigore una nuova normativa (di cui peraltro si era in attesa da almeno tre anni), che, spostando la competenza in tema di trasporto pubblico locale dagli enti locali ad apposite agenzie di bacino, ha impedito al Comune (e alla Provincia) di procedere a bandire la procedura di selezione del nuovo gestore.

Tuttavia, a causa dell'inerzia della Provincia, l'Agenzia di bacino non è ancora stata costituita (sebbene l'ex assessore regionale Cattaneo avesse improvvidamente dichiarato il contrario ancora nell'agosto scorso: in questo link la mia replica http://www.ferpress.it/?p=69102).

Si è così ricorsi a una seconda proroga (resa possibile dalla nuova legge regionale) fino all'ottobre 2013.

In questo contesto, né gli enti Comune e Provincia né tantomeno le aziende locali di trasporto (Brescia Trasporti da un lato e SIA-SAIA-APAM dall'altro), gelosi delle proprie contribuzioni basate sui km percorsi, non hanno trovato accordi per il doveroso ridisegno delle linee che la metropolitana impone.

Di conseguenza, si è al momento affacciata un'ipotesi minimale, a carico della sola Brescia Trasporti, che ridurrebbe i km annui percorsi da 9 a 8 milioni, con la sostanziale eliminazione della linea 1 e con il potenziamento della linea 2.

Tuttavia, manca completamente ogni valutazione prospettica e lungimirante, nonché qualsiasi processo partecipativo nella costruzione di tale nuova – ancorché provvisoria - rete.

Nel frattempo, Brescia Mobilità è entrata al 51% nel capitale di Metro Brescia, la società che gestirà in affidamento diretto per i prossimi 7 anni la metropolitana. Alla presidenza, in quota Brescia Mobilità, il Sindaco Paroli ha fatto nominare l'arch. Ettore Fermi, che della società era già presidente dal giugno scorso, nonostante all'epoca i soci fossero soltanto Ansaldo e Astaldi. Resta pertanto da comprendere quali interessi tutelerà il Presidente Fermi: quelli comunali o quelli dei soci privati?

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L'ennesima dimostrazione della politica degli annunci fatta propria dalla Giunta in carica la si è avuta assai recentemente. Sebbene solo il Corriere della Sera abbia finora dato conto della cosa, Brescia è stata esclusa dal finanziamento del Ministero dell'Università per il bando sulla residenzialità universitaria.

Come noto, il Comune di Brescia si era pubblicamente e ripetutamente esposto a favore del progetto di trasformazione della ex caserma Randaccio in campus universitario: per farlo, si erano anche compiute talune dubbie forzature procedurali e si era esclusa ogni forma di condivisione circa le modalità per dare corpo a un progetto che, nella sua finalità, era largamente condivisibile.

Dopo una lunga gestazione (quasi un anno e mezzo dalla scadenza del bando), è stata pubblicata la graduatoria, che ammette a cofinanziamento il progetto presentato dall'Università di Brescia (redatto dalla Fondazione Eulo e finanziato dal Comune di Brescia, per quasi duecentomila euro), ma con riserva: perché questo avvenga, occorre che il Ministero recuperi ulteriori 83 milioni di euro, dato che il progetto di Brescia (13 milioni di potenziale finanziamento) ha davanti a sé progetti pure non finanziati per ulteriori 70 milioni.

Ovviamente la Giunta, che in passato aveva suonato la grancassa su quest'argomento, si è ben guardata di comunicare la cosa (che è ufficiale dal 28 dicembre scorso).

In verità, se anche i fondi ministeriali fossero stati assegnati a Brescia, il progetto del campus (per il quale meno di un anno fa il sindaco Paroli annunciava l'avvio dei lavori per l'estate 2012: sic!) non sarebbe stato in grado di avviarsi celermente.

La ex caserma Randaccio è tuttora bene di proprietà dell'Agenzia del Demanio e perverrà nella proprietà del Comune solo allorquando il Comune non avrà ristrutturato (con risorse proprie) la prospiciente ex caserma Ottaviani, al fine di trasferirvi gli uffici della Prefettura.

Il Comune avrebbe sì la possibilità di entrare anticipatamente in possesso della ex caserma Randaccio, ma per farlo occorre la stipula di un apposito accordo di programma con Ministero dell'Interno e Agenzia del Demanio: cosa che, allo stato, ancora non è avvenuta (sebbene l'assessore Vilardi nel gennaio scorso affermasse che la stipula si sarebbe avuta nell'autunno 2012).

Sul punto, ho predisposto un'interrogazione, che verrà discussa nel corso del prossimo Consiglio comunale.

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Il mandato della Giunta Paroli si chiude infine con un'omissione che ha del clamoroso e, al tempo stesso, dell'irresponsabile.

Infatti, per precisa scelta del Sindaco, il bilancio preventivo 2013 non verrà redatto né tantomeno approvato prima delle prossime elezioni amministrative.

Tale scelta è dettata da un'evidente furbizia. Poiché il bilancio del 2013 avrebbe presentato difficoltà ben maggiori di quello 2012, non potendo infatti contare sui benefici concessi da numerose manovre straordinarie del governo Monti né sui dividendi A2A degli anni 2011 e precedenti, e dovendo invece subire nuovi tagli ai trasferimenti erariali, la Giunta in carica ha preferito evitare di assumere scelte impopolari, lasciando quest'onere alla giunta che verrà, e procedere con l'esercizio provvisorio (peraltro, spendendo da qui alle elezioni più di quanto si potrebbe con il nuovo bilancio)!

Da parte mia e di tutto il gruppo PD, subito si sono levate critiche per questa “fuga dalla responsabilità”, tra l'altro comunicata a decisione già assunta.

Occorre peraltro aggiungere che se, come pare ormai probabile, le prossime elezioni comunali si terranno non prima di maggio (con conseguente entrata in carica del nuovo Consiglio e della nuova Giunta a giugno inoltrato), sarà cosa ben difficile approvare il preventivo 2013 prima della pausa estiva, rendendo quindi oltremodo più difficili e limitate le scelte dei nuovi amministratori.

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Il prossimo Consiglio comunale si terrà venerdì 25 gennaio.

http://federicomanzoni.blogspot.com
c/o piazza Loggia 3 - 25121 Brescia