Cari amici,
il mandato amministrativo
è ormai agli sgoccioli.
Tuttavia, il prossimo
mese di aprile sarà costellato da numerose sedute di Commissione e
di Consiglio, dato che, oltre all'approvazione del bilancio
consuntivo 2012, la Giunta ha tutto l'interesse a concludere
alcuni importanti procedimenti amministrativi che riguardano la
modifica della convenzione con l'Ente Fiera (per la
ristrutturazione del ciambellone dell'EIB come Palazzetto dello
Sport), l'atto di indirizzo sullo sviluppo urbanistico della Ori
Martin a san Bartolomeo, la modifica dello Statuto comunale
(per adeguarlo alla soppressione delle circoscrizioni e del difensore
civico e alla riduzione dei componenti della Giunta e del Consiglio
comunale: tutte modifiche che diverranno operative nel prossimo
mandato), l'accordo di collaborazione con gli Oratori...
Nelle scorse settimane,
altrettanto numerose sono state le occasioni di confronto su temi di
grande importanza amministrativa.
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Dal 2 marzo è in
funzione il metrobus.
L'avvio di tale
innovativa forma di mobilità sta riscuotendo grande successo, come
dimostrano i dati dei passeggeri trasportati e in considerazione del
fatto che molti di questi in precedenza non erano utilizzatori del
mezzo pubblico.
Certamente l'opera
continuerà a richiedere nei prossimi anni l'allocazione di cospicue
risorse: non tanto per la sua gestione, quanto per il suo
ammortamento e per il rimborso dei mutui contratti per la
realizzazione.
Un impegno
economico-finanziario che tuttavia, nonostante i proclami
catastrofici di numerosi esponenti PdL (lo stesso Sindaco ha
continuato a ripetere fino a poco tempo fa il motto “metrobus da
problema a risorsa”), appare sostenibile, a patto di mettere in
campo alcune azioni amministrative e politiche lungimiranti.
Il metrobus, dicevo, è
ormai partito e il successo che riscuote è tale da aver indotto gli
stessi esponenti cittadini del PdL (l'on. Saglia, la mia coetanea
Fornasari ed altri) ad una presa di posizione alquanto imbarazzante,
dato che – dimentichi della forte ostilità nei confronti della
scelta del metrobus – si sono recentemente arrogati meriti di cui,
scusate il gioco di parole, non hanno assolutamente merito!
In realtà, ciò che è
di precipua responsabilità dell'attuale Amministrazione è il
ritardo delle opere a corredo del metrobus: dai parcheggi scambiatori
a Prealpino, Poliambulanza e sant'Eufemia (ancora in alto mare), al
ridisegno della rete autobus (che avverrà fra pochi giorni, ma solo
per le linee urbane e non anche per quelle extraurbane), alla
risistemazione delle aree superficiali di importanti snodi della
città (viale Europa, Ospedale, piazza Vittoria).
E' evidente che la nuova
Amministrazione non dovrà limitarsi a considerare il metrobus quale
opera ormai conclusa, ma dovrà lavorare per realizzarne la migliore
integrazione con il tessuto urbano ed extraurbano, abbandonando
progetti controproducenti come quello di spostare gli uffici comunali
dall'asse del metrobus in via Dalmazia o come quello di realizzare un
nuovo parcheggio sotto il Castello!
In questi mesi, insieme
ad un gruppo di esperti, ho lavorato per l'appunto alla stesura di
un documento sui temi della mobilità, quale bozza dell'apposito
capitolo del programma amministrativo da sottoporre alla cittadinanza
nella ormai imminente campagna elettorale. Il documento sarà
presentato sabato 13 aprile p.v. alle ore 15 presso l'NH Hotel di
via della Stazione. Qualora interessati, siete fin d'ora invitati
a partecipare.
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Un'altra vicenda
politico-amministrativa che mi ha visto parecchio impegnato in
quest'ultimo periodo attiene alla controversa scelta di ripristinare
la statua “L'era fascista” (comunemente nota come Bigio)
in piazza della Vittoria.
La questione ha visto
numerose prese di posizione pubbliche, tra le quali un'importante
raccolta firme delle associazioni partigiane che hanno chiesto di
bloccarne il ripristino.
Occorre tuttavia fare un
po' d'ordine rispetto alle origini e agli sviluppi di tale vicenda.
Come ho avuto modo di
appurare da una ricerca condotta negli archivi comunali, nel
settembre 1945 la Giunta comunale (al tempo il sindaco era il
socialista Ghislandi) deliberava, come a gran voce chiesto dalla
cittadinanza, la rimozione della statua in questione, peraltro
pericolante a causa di una serie di attentati che ne minavano la
stabilità.
Nell'estate 2007 sul
Giornale di Brescia intervenivano il critico d'arte Bernardelli Curuz
e lo storico Robecchi, lanciando la proposta di ripristinare la
statua. Il sindaco Corsini, intervistato al riguardo, si dichiarava
non pregiudizialmente ostile alla cosa, a patto che la scelta non
fosse dettata da motivazioni politico-ideologiche, fosse oggetto di
un dibattito pubblico nella città e si valutasse il luogo più
adatto ove collocarla.
Gli esponenti di AN
plaudevano all'idea di riesumare il Bigio dal magazzino di via Rose
ove giace da decenni ed anzi affermavano la disponibilità di uno
sponsor privato per l'operazione (l'imprenditore Bonometti dell'OMR).
Di contro, numerosi cittadini (tra i quali padre Cittadini)
esternavano pubblicamente la propria contrarietà all'operazione.
All'inizio del presente
mandato (era il giugno 2008) l'assessore Labolani, senza che per la
verità il tema fosse minimamente accennato nel programma
amministrativo, dichiarava che di lì a pochi mesi la statua sarebbe
stata ripristinata.
Da lì in avanti,
nonostante talune dichiarazioni sporadiche, nessun atto
amministrativo ha più affrontato il tema. Fino alla delibera di
Giunta del 3 agosto 2012, nella quale – approvando il progetto
esecutivo delle opere complementari della stazione metrobus di piazza
Vittoria – si è previsto un apposito stanziamento per il restauro
della statua del Bigio e la sua ricollocazione nella piazza.
Questa delibera ha
costituito una forzatura amministrativa, dalla legittimità
assolutamente dubbia.
Infatti, il progetto
esecutivo delle opere complementari al metrobus in piazza Vittoria dà
seguito ad apposite linee guida del dicembre 2010, presentate in
Consiglio comunale. Tuttavia, quelle linee guida non citavano
assolutamente l'ipotesi di ripristino del Bigio e il successivo
progetto definitivo non fu mai, a differenza delle altre 15 stazioni
del metrobus, presentato in Commissione, perché al tempo non era
ancora stato acquisito il parere della Soprintendenza.
Inoltre, nella delibera
di approvazione del progetto esecutivo non si dà alcuna motivazione
delle ragioni a supporto del ripristino della statua né si cita
minimamente la precedente delibera del 1945, che, logica
avrebbe voluto, venisse semmai revocata!
Il centro-destra si è
affannato a difendere la scelta, pervicacemente voluta (guarda caso!)
dall'assessore Labolani, affermando che, se così fosse, tutti i
simboli del fascismo o dell'era fascista andrebbero rimossi.
Ma un conto, mi pare
evidente, è l'iconoclastia di ciò che c'è; un altro, invece, è il
ripristino di quanto era stato tolto.
Peraltro, non dovrebbe
sfuggire il rischio di una piazza “arlecchino”, nella quale cioè
convivano simboli di significato diametralmente opposto: da un lato
la statua dell'era fascista, dall'altro le pietre d'inciampo che,
proprio recentemente e meritoriamente, sono state installate ai piedi
del palazzo ove vivevano Guido e Alberto Dalla Volta, ebrei bresciani
deportati ad Auschwitz e là deceduti.
Ancora, se l'intenzione è
quella di ripristinare la piazza così com'era quando fu realizzata,
occorrerebbe ammettere che ciò non è più possibile, dal momento
che i lavori di realizzazione del parcheggio ne hanno obiettivamente
cambiato il volto e non basterà il riposizionamento della statua a
riportarla agli originari splendori.
Infine, mi pare che –
in un contesto come l'attuale di grandi difficoltà per il bilancio
comunale – investire diverse centinaia di migliaia di euro per
un'opera del genere (perché oltre al restauro e al trasporto
della statua, vi sono stati i costi di consolidamento della soletta
su cui si prevede l'installazione del colosso del Dazzi, nonché il
ripristino della fontana e del basamento), dimostri come la scelta
dell'Amministrazione risponda più a un puntiglio ideologico che ad
altro.
Purtroppo però, la
maggior parte delle risorse sono già state spese, come è possibile
desumere visitando il cantiere. Siamo pertanto al punto in cui si
trovò la Giunta Ghislandi nel dicembre 1945, quando cioè la statua
era stata rimossa, ma il basamento e la fontana circostante ancora
esistevano. In quel frangente, la Giunta deliberò, senza che
tuttavia tale proposta avesse poi concretamente seguito, di erigere
sopra il basamento “un obelisco o una stele, quale ricordo marmoreo
sul quale potranno venire scolpiti i nomi dei cittadini bresciani
caduti per la libertà”.
Spero vivamente che
questa possa divenire la exit strategy rispetto a una
scelta che, dopo aver sicuramente originato forti costi, rischia
anche di creare inutili divisioni nella nostra città.
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Come ricorderete, nei
mesi scorsi la Giunta aveva adottato – con un blitz alla vigilia di
Natale e registrando una spaccatura interna tra PdL da un lato e Lega
e UdC dall'altro – la modifica della convenzione urbanistica dei
Magazzini Generali.
Una scelta che, per i
suoi contenuti, era stata da noi pesantemente censurata, dal momento
che spogliava il Consiglio comunale di prerogative proprie e
rispondeva a logiche non certo di pubblico interesse.
Sulla base delle nostre
censure di metodo, la Giunta è stata costretta a fare retromarcia,
annullando d'ufficio, a distanza di circa un mese e mezzo, la
precedente delibera.
Tuttavia, nella medesima
occasione, la Giunta ha proceduto ad adottare una nuova modifica, non
avente più impatto urbanistico bensì soltanto
economico-finanziario, ma ancora improntata a misure di favore nei
confronti dei lottizzanti (la società NAU). Questi infatti si vedono
spostato in là nel tempo l'obbligo di realizzare la nuova sede degli
uffici comunali e dunque condonate le penali che avrebbero dovuto
pagare se (come da convenzione vigente) non avessero completato la
nuova sede entro la fine di quest'anno.
La vicenda è tuttavia
ulteriormente più delicata e grave.
Da un lato, con una
nostra recente interrogazione in Consiglio, abbiamo infatti appreso
che il lottizzante, dal 2009 ad oggi, è risultato inadempiente al
pagamento dei tributi ICI-IMU sull'area e che la nuova
convenzione cercherebbe (con dubbi profili di legittimità) di sanare
tale comportamento.
Dall'altro, sempre
attraverso una nostra interrogazione in Consiglio, abbiamo appreso un
clamoroso caso di conflitto di interessi: il legale che il
Comune aveva a suo tempo incaricato per tale pratica (l'avv.
Bardelli, tra l'altro presidente della Compagnia delle Opere di
Milano e già consulente della Fondazione Brescia Musei nell'ambito
dei contratti con la società Artematica!) sarebbe ora al servizio
della controparte (NAU) sulla medesima vicenda!
Inoltre, a clamorosa
smentita dell'asserzione – più volte ripetuta dal Sindaco e
dall'assessore Vilardi – secondo cui la nuova sede sarebbe gratis
per le casse comunali, si è pronunciata l'Agenzia delle Entrate
che, in risposta ad un apposito interpello presentato dal Comune, ha
chiaramente affermato che l'operazione urbanistica della nuova sede è
soggetta ad IVA. Un onere, di quasi 11 milioni di euro (e che
si aggiunge al mancato introito degli oneri di urbanizzazione, alla
rinuncia ad acquisire a patrimonio comunale le ex Casere, alla
concessione dei volumetrie aggiuntive, alle spese derivanti dai
traslochi), che verrebbe a gravare in capo al Comune, senza peraltro
che ve ne sia la copertura finanziaria.
Infine, a suggello delle
critiche rispetto a tale scelta amministrativa, la legge di
stabilità 2013 ha introdotto una serie di paletti assai
stringenti per le Pubbliche Amministrazione in ordine
all'acquisizione di nuovi immobili.
Nonostante le numerose
criticità sopradescritte, la Giunta prosegue imperterrita e proprio
recentemente ha approvato in via definitiva la modifica alla
convenzione urbanistica nei termini sopraddetti.
Le speranze di archiviare
queste irragionevoli e non opportune scelte amministrative sono
pertanto demandate, fatti salvi eventuali ricorsi amministrativi,
all'Amministrazione che, nel prossimo mandato, mi auguro prenda il
posto dell'attuale!
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Ancora recentemente il
Sindaco Paroli ha dichiarato pubblicamente che la scelta della sua
Giunta di non predisporre il bilancio preventivo 2013
costituisce un atto di cortesia nei confronti della Giunta che
scaturirà dalle prossime elezioni.
Purtroppo le cose non
stanno assolutamente in questi termini ed è opportuno spiegare il
perché.
Anzitutto, nella storia
amministrativa di Brescia (che, tolti questi cinque anni conditi
anche da episodi di mala gestio, è sempre stata presa a
modello in tutt'Italia), non si è mai visto che un'amministrazione
pienamente in carica non si assuma fino in fondo la propria
responsabilità, approvando il bilancio preventivo (che, occorre
ricordare, consente la operatività della macchina comunale anche sul
fronte degli investimenti).
In secondo luogo, con la
fissazione delle elezioni a primavera inoltrata (primo turno 26-27
maggio; ballottaggio 9-10 giugno), la nuova Giunta potrà
realisticamente disporre del bilancio (preventivo!) non prima di
settembre, avendo pertanto risicatissimi spazi di manovra da
concentrare nell'arco dell'ultimo quadrimestre del 2013.
In terzo luogo, poiché
il bilancio del 2013 avrebbe dovuto (e dovrà senz'altro) essere
contraddistinto da misure di taglio alla spesa o di incremento dei
tributi locali (o entrambe!), a causa dei minori trasferimenti
erariali, non è assolutamente un beau geste quello di
scaricare l'onere di tali scelte impopolari sulla nuova
Amministrazione.
In quarto luogo, poiché
– in assenza del bilancio 2013 – l'Amministrazione spende sulla
base dell'ultimo bilancio assestato (quello del 2012) e dunque con
margini assai più ampi di quelli che avrebbe avuto in caso di nuovo
bilancio, la nuova Amministrazione non soltanto dovrà tagliare, ma
anche recuperare il surplus di spesa che non ci
si sarebbe potuti permettere nel corso dei primi otto mesi di
quest'anno!
Infine, la recente
notizia che il Consiglio di Gestione di A2A ha proposto un dividendo
per il Comune di Brescia pari a 22 milioni di euro pone un ulteriore
rilevantissimo problema. Poiché, nel bilancio triennale, per il 2013
erano attesi 45 milioni di euro di dividendi da A2A, la nuova
Amministrazione potrà contare su entrate extratributarie
inferiori di 23 milioni di euro rispetto alle previsioni, con
ulteriori difficoltà facilmente intuibili.
Insomma, la scelta di non
fare il bilancio 2013 è dettata da grave irresponsabilità,
non certo da cortesia istituzionale.
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Il prossimo Consiglio
comunale si terrà nella giornata di venerdì 5 aprile.
Nel frattempo, colgo
l'occasione per augurare a ciascuno di voi una serena Pasqua di
Risurrezione.
http://federicomanzoni.blogspot.com
c/o
piazza Loggia 3 - 25121 Brescia