venerdì 11 luglio 2008

LETTERE dalla LOGGIA - n. 1

Cari amici,

il responso elettorale del 13 e 14 aprile ha determinato,
come noto, oltre al cambio di maggioranza a livello
nazionale (fatto di per sé non nuovo, in quanto è
dall’avvento del maggioritario che a ogni elezione politica
gli italiani cambiano maggioranza), anche un netto cambio a
livello bresciano. E’ la prima volta, infatti, che nella
nostra Città il centro-destra vince anche le elezioni
comunali e che esponenti di militanza leghista o ex-missina
siedono in Giunta.

In questo quadro di sconfitta, un cospicuo numero di
elettori ha comunque inteso, con la propria preferenza,
confermarmi nel mandato di Consigliere comunale. Pertanto,
dopo un quinquennio in maggioranza, mi attende, all’interno
del Gruppo del Partito Democratico guidato da Emilio Del
Bono, un analogo periodo nelle file dell’opposizione,.
Periodo che, per la verità, è iniziato e che, con queste
Lettere (che molto di voi già ricevevano dal 2003), intendo
contribuire a descrivere, rendendo conto del mio impegno
personale e - più in generale - delle principali vicende
politico-amministrativo che intersecano il lavoro del
Consiglio comunale.

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Innanzitutto, e a differenza del mandato precedente, la
Commissione di cui faccio ora parte è la ‘Bilancio,
Tributi, Programmazione e rapporti con le Aziende
partecipate’.
Si tratta di una Commissione impegnativa, sia per il carico
di lavoro (scandito dalle previsioni di legge sugli
adempimenti relativi al bilancio) sia per la tecnicità
delle questioni affrontate. Ma si tratta anche di una
Commissione di grande interesse, innanzitutto perché
qualsiasi decisione significativa sotto il profilo
amministrativo si scontra con la necessità di copertura
economica; inoltre, perché il tema del rapporto con le
Aziende partecipate è strategico in un Comune come il
nostro, che ha un vasto portafoglio di partecipazioni (ASM,
ora A2A; Brescia Mobilità, con la filiera Brescia Trasporti
e Sintesi; Centrale del Latte; Consorzio Brescia Mercati;
Centro sportivo san Filippo, solo per citare le più
importanti), e in un periodo come l’attuale, in cui
numerosi servizi sono sempre più esternalizzati, ovverosia
affidati a enti esterni alla Pubblica Amministrazione ma
che con questa rimangono in un forte legame (sia economico
sia di direzione), e in cui il Comune da gestore diretto di
servizi diventa per molti versi sempre più una holding.
C’è infine un’ulteriore aspetto che sottolineo come
stimolante nel far parte della Commissione in questione e
che è dato dal fatto che, per Statuto, la Bilancio è
l’unica commissione la cui Presidenza spetta
all’opposizione (nel nostro caso questa responsabilità
tocca all’ex assessore Fabio Capra): ciò permette, pur non
condividendo ruoli di governo, di calendarizzare gli
incontri e di scegliere i punti all’ordine del giorno.
Infatti, se c’è un aspetto che mi aveva positivamente
riguardato nella precedente esperienza nella
commissione ‘Istruzione, Cultura, Sport e Politiche
giovanili’, era proprio il fatto che, facendo parte del
medesimo Partito del presidente della commissione, avevo
spesso avuto modo di contribuire significativamente
all’organizzazione dei lavori della commissione stessa,
alla scelta degli argomenti, degli invitati... Questo
dunque si preannuncia nuovamente possibile anche per la
Commissione di questo mandato.

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Tra i primi atti affrontati dal nuovo Consiglio,
un’importanza particolare ha avuto l’approvazione delle
Linee programmatiche del mandato. Infatti, nonostante
l’elezione del Sindaco avvenga direttamente dai cittadini e
nonostante il Sindaco debba depositare all’atto della
candidatura anche un programma amministrativo, la legge
prevede che le linee programmatiche debbano comunque essere
approvate dal Consiglio all’inizio del mandato.
Il giudizio che ho espresso sulle Linee programmatiche del
Sindaco Paroli è stato assai negativo: non tanto perché non
condividessi quanto scritto (come in tutte le cose, vi
erano argomenti sui quali mi trovavo d’accordo insieme ad
altri, preponderanti, sui quali dissentivo, anche
pesantemente), ma perché il programma che ci è stato
presentato era la fotocopia di quello presentato agli
elettori: ossia zeppo di slogan (oltre che dei medesimi
errori: sic !) più che di argomentazioni ponderate, scarno
all’inverosimile nonostante i temi e le sfide aperte per la
Città siano molteplici e impegnative, frutto di tante
giustapposizioni di argomenti più che espressione di un
progetto complessivo e di linee guida.
La povertà di questo documento è stata ulteriormente
corroborata dall’illustrazione che ne ha fatto il Sindaco:
un intervento al limite della improvvisazione, non
preparato, insomma non all’altezza delle aspettative
dell’uditorio.
Ma ancora più sorprendente è stato il dibattito che ne è
seguito. Ricordo che nel 2003, su cinquanta consiglieri e
assessori, erano intervenuti in più di trenta (per me, ad
esempio, era stato il primo intervento), dunque a
dimostrazione del fatto che la discussione era stata
largamente partecipata (e non solo dalla minoranza, che ha
solo sedici seggi in Consiglio).
Quest’anno (consiglio del 20 giugno), oltre a una decina di
interventi dall’opposizione (tra cui il mio, il cui testo
integrale è qui allegato), non è intervenuto nessuno dalla
Giunta. E dalla maggioranza solo cinque consiglieri (di cui
tre peraltro della Lega). Più che il fatto che le correlate
osservazioni da noi depositate siano state tutte bocciate,
peraltro prescindendo dal merito delle stesse, ciò che ho
ritenuto davvero frustrante è stato argomentare e ragionare
senza avere un’interlocuzione vera con la maggioranza.
Naturalmente resta l’auspicio che sul merito dei problemi
che andremo ad affrontare la maggioranza accantoni questo
atteggiamento, ma certo la prima vera occasione di
confronto non è stata certo un buon viatico.

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All’interno delle Linee programmatiche, come detto, vi
erano temi controversi: v’è n’è però uno, in particolare,
che mi ha particolarmente, e negativamente, impressionato.
Mi riferisco alla previsione, nell’ambito del tema dei
Servizi sociali, per cui il Comune si impegna a destinare
un bonus di mille euro per ogni nuovo nato, purché i
genitori, residenti a Brescia, siano italiani.
Di fronte a questa affermazione, istintivamente, prima
ancora che dopo una riflessione più meditata, mi sono
sentito fortemente chiamato in causa nell’esprimere con
forza la mia contrarietà. Ritengo infatti tale previsione
discriminatoria, e come tale confliggente con i valori
cristiani (tanto sbandierati dal centro-destra, al punto da
menzionarli esplicitamente nella c.d. Carta dei valori
allegata alle Linee programmatiche) e con i principi,
laici, della nostra Costituzione.
Le motivazioni addotte a sostegno di questa previsione sono
state inoltre contradditorie tra loro, oltre che opinabili.
La formulazione adottata, peraltro, menzionando al plurale
il requisito della genitorialità italiana, escluderebbe
clamorosamente le coppie miste ed anche quelle di cittadini
della Comunità europea (che come noto possono persino
candidarsi alle nostre elezioni amministrative).
Di qui, insieme al forte sostegno dei gruppi di
opposizione, mi sono fatto portavoce di un’osservazione che
omettesse il riferimento all’aggettivo ‘italiani’, perché
di fronte al bisogno o di fronte alla promozione della
natalità non si possono ammettere limitazioni basate sulla
nazionalità dei genitori. L’osservazione è però stata
respinta dall’intera maggioranza, con la scusa che non era
politicamente legittimo modificare un programma che era
stato avallato dalla vittoria del candidato Sindaco che
l’aveva proposto.
Il tema è nuovamente tornato al centro delle nostre
attenzioni nell’ultima seduta di Consiglio (30 giugno), dal
momento che le Variazioni di Bilancio proposte contenevano
la creazione di un fondo di 1.200 mila euro per il bonus ai
nuovi nati. Guarda caso 1200 erano i nati del 2007 da soli
genitori italiani !
Abbiamo allora proposto un emendamento che aumentasse di
circa 500 mila euro il fondo in questione, in modo da poter
coprire tutte le famiglie con un figlio nato nel 2008: le
risorse per finanziare ciò c’erano, ma non la volontà
politica di farlo. Tant’è che l’emendamento è stato
bocciato.
Ma non ci diamo per vinti: la delibera istitutiva del
fondo, e che disciplinerà le modalità di erogazione, non è
ancora stata predisposta. Confidiamo nell’Assessore ai
Servizi sociali, che per convinzioni etiche e ideali non è
certo favorevole a interventi di carattere discriminatorio
(anche se ci aspettavamo una sua presa di posizione nelle
discussioni citate), e ci impegneremo comunque a introdurre
un tetto massimo di reddito oltre il quale non erogare il
bonus, in modo da coprire - con le medesime risorse - tutte
le situazioni di reale bisogno e necessità.

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La prossima seduta di Consiglio sarà lunedì 21 luglio.

Approssimandosi le ferie estive, colgo l’occasione per
augurare a ciascuno di voi serene vacanze.

Federico Manzoni

fmanzoni@comune.brescia.it
c/o piazza Loggia 3 - 25121 Brescia

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