domenica 28 giugno 2009

LETTERE dalla LOGGIA n. V

Cari amici,
numerosi e impegnativi temi di discussione sono stati al centro della vita politico-amministrativa della nostra Città in questi ultimi mesi.

*****************************************

Tra tutte, sicuramente, la vicenda A2A.

La scelta del Sindaco di revocare i precedenti amministratori ha costituito un fatto radicale che si è innestato su di una situazione complessa.
Complessa perché la società post-fusione di ASM e AEM denota elementi di preoccupazione per la comunità bresciana, oltre che per l’azionista Comune di Brescia: si registra infatti una progressiva periferizzazione della nostra città, a tutto vantaggio di Milano, di fatto vero centro decisionale, ben oltre le previsioni iniziali. In questo contesto, il management che aveva contribuito al positivo sviluppo e successo di ASM ha subito una marginalizzazione e al contempo l’indotto occupazionale e di fornitori si è andato impoverendo. Inoltre le performances complessive di A2A non si sono dimostrate particolarmente brillanti, al punto che per garantire ai soci lo stesso dividendo dell’anno scorso si è dovuto procedere a una misura pericolosa e certamente non lungimirante, quale l’attingere alle riserve.

Indagare le cause di questa situazione porta onestamente a riconoscere che vi furono errori tanto nella fase pre-fusione quanto in quella successiva ad essa, sia perché profili potenzialmente problematici furono sottovalutati, sia per l’assenza di capacità sufficienti a garantire l’attuazione di accordi che erano stati premessa della fusione, sia anche per scelte non sempre azzeccate in ordine ai componenti dei diversi organi societari.

Tuttavia il nuovo Sindaco – va detto con chiarezza –, nonostante le sollecitazioni politiche e aziendali, non ha fatto in concreto alcunché per invertire questa tendenza e per porre le basi di un recupero: anzi con la propria inerzia ha sicuramente agevolato che la situazione si incancrenisse. Anche nella dialettica bresciano-milanese, dopo un’iniziale silenzio, è seguita un’apertura di credito nei confronti dell’ing. Capra, poi evoluta nello sposare le avverse ragioni dell’ing. Zuccoli.

La revoca da parte del socio pubblico – atto che per una società quotata ha costituito un precedente sul piano nazionale – non è peraltro stata determinata (e motivata) dal riconoscimento della gravità della situazione, ma si è basata sull’asserita assenza di legame fiduciario con gli amministratori nominati dal sindaco Corsini, nonostante questi ultimi avessero diligentemente assecondato – nell’unica occasione in cui ne furono richiesti – la volontà del Sindaco Paroli di bloccare il piano di riorganizzazione societaria.
La revoca ha così costituito l’occasione per una lottizzazione partitica bella e buona. Certo, anche in passato le scelte degli amministratori erano state condotte tenendo presente, accanto alla competenza, anche l’intesa politica, ma in questo caso la seconda ha nettamente sopravanzato la prima.
Come altrimenti spiegare la sostituzione di un apprezzato manager come l’ing. Capra con Tarantini, numero uno della Compagnia delle Opera a Brescia, o la sostituzione di storici amministratori come gli ex presidenti del Cda (Rampinelli) e del Collegio Sindacale di ASM (Rizzardi) con il padre del deputato leghista Caparini o con il presidente in carica della Provincia Cavalli, o ancora che dei rappresentanti bresciani nel Consiglio di Gestione l’unico confermato, oltre al direttore generale, sia quel Cocchi che alle ultime elezioni è stato il candidato sindaco (sconfitto) di PdL e Lega al Comune di Niardo?
Ed è paradossale che i due nominativi del Consiglio di Sorveglianza dotati dei requisiti di revisore contabile siano stati pescati nei posti a disposizione per le minoranze PD di Brescia e Milano!

La scelta della revoca è stata stigmatizzata dal PD (allego al riguardo una mia lettera al direttore del Giornale di Brescia) che – oltre a denunciarne gravità e unicità – ha più volte stimolato il Sindaco e la maggioranza, senza tuttavia ricevere risposta, sul mandato e sugli obiettivi che si intendevano affidare ai nuovi amministratori.
Per questo come gruppo Consiliare abbiamo autoconvocato il Consiglio comunale per discutere una mozione sul tema, che è all’ordine del giorno della prossima seduta consiliare.

*************************************

Grande enfasi ha avuto sui media locali la discussione sul nuovo Regolamento di Polizia Urbana predisposto dal vicesindaco.

Accanto all’enfasi dei presentatori, che hanno parlato del regolamento come dello strumento per dare attuazione alla nuova concezione di sicurezza urbana contenuta nel pacchetto sicurezza, la visibilità di questo argomento è stata notevole in ragione delle previsioni regolamentari per taluni versi vessatorie, per altri apodittiche, per altri ancora bizzarre.
Inoltre criticabile appariva l’impossibilità di garantire una effettiva applicazione del regolamento, dal momento che il proliferare di fattispecie vietate e di correlative sanzioni avrebbe richiesto e richiederebbe un controllo estremamente costoso e impegnativo in termini di risorse, umane e non.
Inoltre i divieti più criticabili e che davano luogo a margini applicativi controversi venivano presentati come sostanzialmente innocui nei confronti delle famiglie ‘normali’, intendendo così differenziare il trattamento a seconda dei destinatari, con un’evidente volontà discriminatoria nei confronti degli immigrati.

Le preoccupazioni legate a questo approccio di politica della sicurezza in città permangono, anche alla luce delle parole d’ordine e dei proclami che vengono utilizzati.
Tuttavia, sul merito delle previsioni regolamentari, il Partito Democratico, che in Commissione Sicurezza è rappresentato da Del Bono, Bragaglio e dal sottoscritto, ha ottenuto un indubbio successo. Una puntuale disamina del testo, con la tecnica del cacciavite di fioroniana memoria, ha permesso di eliminare, o di rendere ragionevoli e meno discrezionali, tutta una serie di disposizione, altrimenti inaccoglibili.
In più di una ventina di punti nevralgici, che riguardavano specialmente le aree verdi e il centro storico, si sono ottenute modifiche sostanziali (di cui do conto nel file allegato).
C’è da riconoscere che tutto ciò è stato reso possibile da un atteggiamento della maggioranza, e in particolare del vicesindaco, fortemente improntato al dialogo e al confronto.
Non so se questo sia stato dovuto a una sincera volontà di apertura o alla consapevolezza dei gravi limiti che il regolamento – nella sua prima versione – presentava; tuttavia è indubbio che l’atteggiamento mostrato e l’approfondimento dedicato (dieci di sedute di Commissione nell’arco di tre mesi) è stato sicuramente diverso da quanto la Giunta ha ritenuto di assumere in altri casi (Brixia Sviluppo e Magazzini Generali, su cui oltre).
Come PD abbiamo costruttivamente sfruttato questo spazio per apportare le nostre idee e per contribuire al deciso rinnovamento e conseguente miglioramento di un testo che attiene all’ordinata convivenza e che quindi ha influenza su tutta la cittadinanza.

Di qui il senso dell’astensione del PD sulla delibera di modifica al vigente regolamento di Polizia urbana: il contenuto, come detto, ha assunto fattezze ben diverse dal tenore iniziale, ma permangono criticità sulle prassi applicative che verranno introdotte, oltre che su alcuni punti specifici.
Mi riferisco in particolare al fatto che, nonostante un mio emendamento che è stato respinto, i divieti previsti per i parchi e le aiuole siano estesi a tutte le aree verdi comprese nel Comune (quindi anche il Parco delle Colline), trattando così in maniera eguale situazioni obiettivamente diverse.

******************************************

Un esempio ben diverso di affrontare i temi amministrativi è invece venuto dal Sindaco e dall’Assessore all’Urbanistica, in relazione al tema degli ex Magazzini Generali.

Questa vasta area a sud della città, da tempo in attesa di riqualificazione, era stata oggetto di un apposito Piano Attuativo, adottato dal Consiglio comunale nel corso del precedente mandato amministrativo: quel piano prevedeva la realizzazione – sulla scorta delle intenzioni dell’amministrazione di Palazzo Broletto – della nuova sede unica della Provincia, accanto a interventi di edilizia di mercato e convenzionata, nonché alla realizzazione di uno spazio giovani nelle ex Casere.

Si trattava di un piano certamente migliorabile, e come tale foriero di alcune criticità, ma nessuno poteva immaginare che, insediatasi la nuova Giunta, il piano rimanesse fermo per più di un anno (è agli atti una interrogazione del PD che chiedeva conto di questo ritardo), dopodiché tornasse di punto in bianco alla ribalta.
Nessuno però avrebbe ulteriormente immaginato che, venuta meno l’intenzione della Provincia – alla luce di controversie giudiziarie e di difficoltà economico-finanziarie – di realizzare la nuova sede unica, il Sindaco annunciasse l’intenzione di realizzare in quel luogo la sede unica del Comune.

Una scelta che si presta a numerose e rilevanti censure.

Innanzitutto sul piano metodologico.
Non è possibile che mutamenti di indirizzo di politica urbanistica così rilevanti avvengano fuori dal contesto degli appositi strumenti di pianificazione. Ciò è tanto più grave se si consideri che il progetto della sede unica comunale non era per nulla contemplato nelle linee programmatiche della nuova Giunta.

Sul piano del merito, poi, il Comune di Brescia non presenta particolari problematiche legate alle sedi dei suoi uffici.
Per la stragrande maggioranza dei casi si tratta di immobili di proprietà (e non in affitto), relativamente baricentrici e comunque ben serviti dai mezzi pubblici (e in prospettiva dalla metropolitana).
Inoltre parlare di sede unico è fuori luogo, giacché il Sindaco si è affrettato a dire che tutta una serie di uffici rimarrebbero comunque dove sono ora (quelli di Piazza Loggia e di Palazzo Broletto, la Queriniana, le Case di riposo, le scuole materne, le circoscrizioni…): di conseguenza la c.d. sede unica si limiterebbe ad ospitare gli uffici tecnici di via Marconi e quelli di piazzale Repubblica, e – forse – anche quelli della Polizia Municipale.
E, oltre al tema del destino di questi spazi che si svuoterebbero, non si capisce perché impegnarsi economicamente quando già oggi il Comune dispone di numerosi immobili liberi (Palazzo Maggi Gambara, i palazzi dell’ex Tribunale e dell’ex Corte d’Appello e tutti gli altri uffici giudiziari trasferitisi al Palagiustizia), che eventualmente potrebbe essere utilizzati allo scopo di mantenere vitale il Centro Storico.
Inoltre, nel tentativo di indorare la pillola, il Sindaco ha difeso la scelta della nuova sede ai Magazzini Generali preannunciando che l’accessibilità del pubblico sarebbe garantita dalla fermata della metropolitana: ma la metropolitana di cui si parla non è la linea attualmente in costruzione, ma un prolungamento da Lamarmora verso la Fiera che, ad oggi, è solo un progetto preliminare, non finanziato e completamente di là da venire.

C’è poi un equivoco di fondo che è sotteso all’intera vicenda: il Sindaco sostiene che la realizzazione della nuova sede sarebbe a costo zero. Ma, al di là delle risorse per il trasloco e i nuovi arredi che non si citano, non è affatto vero che l’operazione sarebbe a costo zero, perché la delibera di indirizzo votata in Consiglio comunale concede nuove edificabilità ai privati, cancella l’edilizia convenzionata e lo spazio giovani presso le Casere e impegna il Comune a reperire ulteriori risorse fino ad arrivare a un totale di 49 milioni di euro.

Insomma, metodo e soprattutto merito ci hanno visti e ci vedono fermamente contrari ad un’opera dispendiosa, inutile e del tutto improvvisata, che non risponde ad alcuna finalità pubblica, ma solo ai pur legittimi interessi dei privati che, senza la sede della Provincia, rischiavano di vedere stoppato l’intervento complessivo sull’area dei Magazzini Generali.
Di fatto, anziché un’economia al servizio delle scelte strategiche della politica, una politica che si fa servile nei confronti di interessi economici privati.

**************************************

Il prossimo Consiglio comunale, si terrà domani – lunedì 29.

Un cordiale saluto.

Federico Manzoni
fmanzoni@comune.brescia.it
http://federicomanzoni.blogspot.com/
c/o piazza Loggia 3 - 25121 Brescia

Nessun commento: